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Opuscoli di Giulio Cesare Croce

La Biblioteca dell'Archiginnasio possiede 708 esemplari di edizioni di opere di Croce stampate prima del 1838. Molti esemplari furono raccolti dal collezionista tedesco Lottich e acquistati poi dalla Biblioteca nel 1877; l'incremento maggiore si ebbe comunque con l'acquisizione, nel 1902, della cospicua collezione di opuscoli croceschi posseduta del conte Giovanni Gozzadini.

copertina di Opuscoli di Giulio Cesare Croce

Il progetto di digitalizzazione della raccolta, avviato nel 2004, si è concluso nel 2006 con la pubblicazione integrale in rete delle opere, per un totale di 6970 immagini, corredate da un indice alfabetico dei titoli e da una ricerca per anno e per parole nel titolo.
Nel 2009 l'intero fondo è stato catalogato nel Catalogo SBN - Libro Antico. Nello stesso anno, in occasione del IV Centenario della morte di Giulio Cesare Croce, la raccolta digitale è stata ampliata grazie alla collaborazione con la Biblioteca Universitaria di Bologna, includendo 777 opuscoli croceschi da essa posseduti. Il risultato è un unico data base comune di 15.515 immagini, una risorsa preziosa a disposizione degli studiosi e di chiunque intenda avvicinarsi all'opera di Croce.

Vedi anche:
Manoscritti, autografi e opuscoli di Giulio Cesare Croce - Biblioteca Universitaria di Bologna
Edizioni di opere di Giulio Cesare Croce - Biblioteca di San Giorgio in Poggiale

Giulio Cesare Croce (S. Giovanni in Persiceto 1550 - Bologna 1609) è universalmente noto come il cantore della Bologna popolare di fine '500, interprete degli umori più tipici della bolognesità, che ha sempre goduto di grande fortuna presso ampi e diversi strati di pubblico.
Conosciuto soprattutto come autore del Bertoldo e del Bertoldino, durante la sua vita compose oltre 450 opere - dialoghi, canzonette, barzellette, indovinelli, pronostici, parodie - che recitava pubblicamente, accompagnandosi con il suono di un violino (ecco perché era soprannominato Giulio Cesare dalla Lira).

Crediti
Ideazione e realizzazione : Ruggero Ruggeri, Rita Zoppellari. Con la collaborazione di Farima Astani.