Album "Noi che gridammo al vento": immagini e documenti
La quarta gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata a Noi che gridammo al vento, pubblicato nel 2016 dall’editore Einaudi.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce a questa edizione, al momento l’unica uscita nelle librerie (in formato cartaceo).
Il romanzo non fa parte della serie dedicata a Sarti Antonio, può piuttosto essere ascritto a quel filone di testi della produzione macchiavelliana che, pur mantenendo lo statuto di fiction, raccontano e indagano eventi cardine della storia italiana, in particolare episodi di criminalità pubblica strettamente correlati alle trame politiche e sociali del nostro paese. Romanzi come Funerale dopo Ustica, la cui lettura chiuderà questo ciclo di incontri, e Strage, al contrario primo testo affrontato dal Gruppo di Lettura e su cui si può consultare una gallery di documenti analoga a questa. Noi che gridammo al vento anzi non solo ripropone alcuni personaggi già visti in Strage, ma si salda strettamente a esso dal momento che le ultime pagine sono ambientate a Bologna il 2 agosto 1980.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Renato Marsilio, I fasci siciliani (1954)
Prima di arrivare alla festa del Primo Maggio vale la pena ricordare il movimento di ispirazione socialista e democratica dei Fasci Siciliani, che dal 1889 al 1894 circa (anche se già da tempo esisteva in forma non ufficiale) guidò e sostenne minatori, operai e contadini nelle loro rivendicazioni per migliori condizioni di lavoro e una più equa distribuzione delle terre coltivabili, come già visto tema centrale nel conflitto sociale dell’isola. Il movimento, dopo avere ottenuto importanti vittorie a seguito di una dura campagna di scioperi che portarono alla caduta del governo Giolitti, fu sconfitto da un violento intervento repressivo promosso dal nuono Primo Ministro, Francesco Crispi, che fra l’altro era di origine arbëreshë.
I dirigenti del movimento continuarono il loro lavoro nei decenni seguenti e le lotte promosse dal movimento dei Fasci Siciliani furono di ispirazione per tutte le rivendicazioni sindacali successive, come dimostra questa pubblicazione realizzata dal quotidiano socialista «Avanti!» nel 1954 e inserita nella collana Storia del movimento operaio.
Renato Marsilio, I fasci siciliani, Milano-Roma, Avanti!, 1954.