Album "Noi che gridammo al vento": immagini e documenti
La quarta gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata a Noi che gridammo al vento, pubblicato nel 2016 dall’editore Einaudi.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce a questa edizione, al momento l’unica uscita nelle librerie (in formato cartaceo).
Il romanzo non fa parte della serie dedicata a Sarti Antonio, può piuttosto essere ascritto a quel filone di testi della produzione macchiavelliana che, pur mantenendo lo statuto di fiction, raccontano e indagano eventi cardine della storia italiana, in particolare episodi di criminalità pubblica strettamente correlati alle trame politiche e sociali del nostro paese. Romanzi come Funerale dopo Ustica, la cui lettura chiuderà questo ciclo di incontri, e Strage, al contrario primo testo affrontato dal Gruppo di Lettura e su cui si può consultare una gallery di documenti analoga a questa. Noi che gridammo al vento anzi non solo ripropone alcuni personaggi già visti in Strage, ma si salda strettamente a esso dal momento che le ultime pagine sono ambientate a Bologna il 2 agosto 1980.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Portella della Ginestra 1947-1997: tra storia e memoria (1997)
Il catalogo della mostra del 1997, pur poco utile e confusionario sul piano testuale, offre una documentazione fotografica molto ricca e interessante, che è impossibile osservare in maniera esaustiva in questa occasione. Vi invitiamo caldamente ad approfondire consultando il volume. Oltre alle immagini del tragico giorno della strage e a quelle del ritorno a Portella negli anni successivi, si trovano numerosi ritratti di coloro che le indagini - culminate nel processo di Viterbo del 1952, della cui sentenza Macchiavelli riporta ampi stralci - hanno identificato come gli esecutori della strage, il gruppo di fuoco guidato di Salvatore “Turiddu” Giuliano, il più famoso bandito della storia italiana contemporanea. Oltre che al capo-banda viene dato giusto risalto al suo compare Gaspare Pisciotta, che lo tradirà e ucciderà, per poi finire lui stesso giustiziato in carcere con un caffè avvelenato.
Un’altra serie di immagini presenta invece le pagine dei quotidiani e dei settimanali dell’epoca, anche stranieri, naturalmente prontissimi a gettarsi non solo sulla cronaca dell’evento criminale ma anche sulle successive vicende giudiziarie (anch’esse mescolate ad altri episodi criminali, come appena rilevato relativamente al doppio delitto Giuliano-Pisciotta). Fra le molte immagini proponiamo solo quella dell’articolo Le due lettere del bandito Giuliano, pubblicato da «Paese Sera» nel numero del 26-27 novembre 1960 (qui visibile a una migliore risoluzione), in cui per la prima volta sono rese pubbliche le presunte lettere inviate da Giuliano negli Stati Uniti e in cui sarebbe contenuta la verità sulla strage di Portella. Su questo materiale - e altri documenti misteriosi e introvabili come un memoriale di mano dello stesso bandito e alcune pagine di un diario - si impernia tutta la vicenda più recente di Noi che gridammo al vento. George ’u miricanu infatti è giunto in Sicilia proprio per trattare con mafia e Stato italiano la consegna di parte di questo materiale e la stessa Stella è stata inviata a Piana per intercettarlo e impedire che le trattative vadano in porto. Un perfetto scenario per una vicenda di spionaggio che va a scavare temi e misteri che tornano a riproporsi dal 1947 al 1980 ma che inevitabilmente interrogano anche la contemporaneità di noi lettori.
Portella della Ginestra 1947-1997: tra storia e memoria, catalogo a cura di Filippo Guttuso... [et al.] della mostra tenuta a Piana degli Albanesi nel 1997, Palermo, Cittá di Palermo, 1997.