LE PUPILLE / BREVI INCONTRI

26 giugno 2022, 21:45 @ Sotto le stelle del cinema
Piazza Maggiore - Bologna

LE PUPILLE (Italia/2022) di Alice Rohrwacher (37') BREVI INCONTRI (Korotkie vstrechi, URSS/1967) di Kira Muratova (96')

copertina di LE PUPILLE / BREVI INCONTRI

IL CINEMA RITROVATO

Introducono Alice Rohrwacher e le protagoniste di Le Pupille

 
LE PUPILLE
(Italia/2022) di Alice Rohrwacher (37')

Quando Alfonso Cuarón mi ha chiesto se volevo realizzare un piccolo film sulle feste di Natale subito si è affacciata alla mia mente l’immagine di una grande torta rosa: la torta era su un tavolo, e tante pupille la guardavano affascinate. Quell’immagine era emersa nella mia memoria da una storiella che avevo letto molti anni prima: si trovava in una lettera che la scrittrice Elsa Morante inviò al suo amico Goffredo Fofi per augurargli buon Natale. La splendida lettera raccontava le sorti di una zuppa inglese capitata in un collegio religioso durante le festività, tanto tempo prima. Immaginando i destini intrecciati in quel collegio, l’avvicinarsi del Natale nei pensieri e nei gesti delle piccole orfanelle rimaste sole con quattro suore, durante un tempo di carestia e di guerra, è nato il film Le Pupille. Un film sui desideri puri e su quelli interessati, sulla libertà e sulla devozione, sull’anarchia che all’interno del rigido collegio può fiorire nella mente di ognuno. Le bambine obbedienti non possono muoversi, ma le loro pupille possono ballare la danza scatenata della libertà.

Alice Rorhwacher


BREVI INCONTRI
(Korotkie vstrechi, URSS/1967) di Kira Muratova (96')

Korotkie vstreči è solo uno dei vari film realizzati nel 1966-1967, proprio alla fine del Disgelo ispirato da Chruščëv, che hanno come protagoniste donne in gamba, non sposate [...] alle prese con i conflitti tra le esigenze della loro professione e quelle dell’amore, della famiglia o – in senso più ampio – dell’umanità, superando di molto gli stereotipi della femminilità sovietica dell’era staliniana: o Cenerentola o portentosa Amazzone. [...] Nadja, ragazza di paese che fa la cameriera in una tavola calda, si innamora di un giovane con la chitarra, Maksim, e rintraccia il suo indirizzo in città. Si scopre che è l’appartamento di Valentina, membro del soviet cittadino che si occupa di acqua e fognature. Valentina pensa che la ragazza le sia stata mandata per fare la domestica a tempo pieno; Nadja, che tace della sua amicizia con Maksim, accetta il lavoro. […] Vladimir Gulčenko ha osservato che la trama non è tanto un triangolo amoroso quanto due linee narrative parallele che si incontrano da qualche parte oltre la cornice del film. In effetti questo riflette la genesi della sceneggiatura, che Muratova scrisse in collaborazione con Leonid Žuchovickij. [...] La linea narrativa Nadia/Maksim proveniva dal racconto di Žuchovickij Dom v stepi (La casa nella steppa). [...] Ma la Nadja di Muratova, nell’interpretazione di Ruslanova, è un personaggio molto più interessante della diciassettenne magra e pallida di Žuchovickij. È una giovane indipendente con profonde radici nel villaggio natale. Nel film il rapporto più interessante e pienamente sviluppato è quello tra le due donne, piuttosto che tra l’una o l’altra e Maksim. Della collaborazione con Muratova Žuchovickij ricorda: “La mia era la storia di un uomo; apparve chiaro che Kira voleva fare un film di donne”.

Jane Taubman, Kira Muratova, IB Tauris, New York 2005

Restauro:
Restaurato in 4K da StudioCanal in collaborazione con The Criterion Collection presso il laboratorio L’Image Retrouvée, a partire dal negativo originale35mm conservato da Gosfil’mofond