Fondo Cartelli di sfida e messaggi d'amore
Si tratta di una preziosa, rarissima e curiosa raccolta cartacea di cartelli di sfida per giostre cavalleresche in prevalenza bolognesi e cartelli contenenti messaggi e dediche amorose in 130 fogli volanti che abbracciano un arco cronologico di tre secoli dal XVI al XVIII.
Nel 1933 il direttore Albano Sorbelli dà notizia in «L'Archiginnasio. Bullettino della Biblioteca comunale di Bologna» del suo avvenuto ordinamento in un'unica cartella (che forse in quella occasione fu dotata della collocazione: 16.a.I.38) e della sua descrizione contenuta nell'Inventario manoscritto, vol. X (inserito entro una cartella con il titolo "Inventario dei Fogli a stampa dei secc. XVI e XVII (sfide e cartelli cavallereschi, messaggi d'amore)".
La giostra e il torneo, di tradizione medievale e feudale, erano a Bologna esibizioni cavalleresche che si tenevano in piazza Maggiore nel periodo del Carnevale o ad agosto per la festa della Porchetta e avevano come protagonista l'élite aristocratica cittadina che, attraverso una competizione agonistica individuale (giostra) o di gruppo (torneo), esprimeva la sua forte componente competitiva e autocelebrativa. Era un omaggio alla tradizione cavalleresca in nome della quale gli uomini si battevano per un superiore ideale aristocratico dando vita a uno spettacolo estremamente ritualizzato che, dal Rinascimento in poi, acquisisce le sembianze di cerimoniale amoroso in cui si evidenziava la coraggiosa volontà, pubblicamente testimoniata, di proteggere l'essere amato. Alla dama, mai protagonista attiva del torneo, ma simbolica ed evanescente creatura apprezzata per la sua fragilità, il giostrante dedicava la propria impresa, omaggiandola prima dello scontro con un cartello sul quale in versi erano scritte le peregrinazioni compiute per amore e l'incessante errare del cavaliere sorretto solo dal proprio istinto di fede e di amore. Ogni abbattimento (o di avversario o di bersaglio) faceva quindi appello a una sfida ideale tra i torneanti distinti in mantenitori (o sfidanti) e venturieri (coloro che accettavano la sfida) per la conquista e la difesa della donna - dama mediante la prova del loro valore virile. Ecco perché la medesima raccolta contiene infatti, per affinità tematica, anche dediche e messaggi amorosi rivolti all'amata da conquistare e difendere. Il torneo era tutto questo: celebrazione di un'occasione festiva, per il divertimento sia degli aristocratici partecipanti che dei popolani /spettatori; duello, per il riconoscimento della supremazia individuale in una gara di tipo sportivo, ma con forti connotati politici e morali; lotta, o meglio prove tecniche di combattimento, per l'allenamento in tempo di pace dei quadri di comando degli eserciti. Di conseguenza questi messaggi costituiscono un significativo apparato di conoscenza del secolo barocco a Bologna, dei suoi riti, della vita di relazione delle élites che ovunque si trovassero rispondevano ad uno stesso codice d'onore sia in pace che in guerra, codice riproposto nella forma del duello. Col tempo però queste competizioni sbiadiscono, trasformandosi in spettacoli teatrali di sola rappresentanza, che, dell'originale, rispettavano soltanto le formalità preliminari come la pubblicazione del bando o manifesto, la diffusione dei cartelli di sfida e l'omaggio galante rivolto alle dame.
Provenienza: La raccolta fu descritta per la prima volta nel 1872 da Ferdinando Guidicini nella Miscellanea storico-patria bolognese tratta dai manoscritti di Giuseppe Guidicini (Bologna, Stab. Tip. di Giacomo Monti, 1872, p. 205/206):
"Cartelli di sfida che praticavansi spedire da' cavalieri giostranti agli sfidanti qualche giorno prima della lizza. E' questa una raccolta preziosa e difficile a trovarsi, che mostra appieno lo spirito che prevaleva allora nell'animo di que' patrizii, e che aveva per iscopo promuovere alla patria lustro decoro ed utilità, dacchè simili rappresentazioni facevano intervenire e vicini ed anche lontani forestieri".
Questo insieme di stampe d'occasione riappare nel catalogo delle Opere della bibliografia bolognese redatto da Luigi Frati nel 1888 così descritta: "Raccolta di 141 Cartelli di sfida per tornei di Bologna in fogli volanti legati in volume, senza note tipografiche". Sappiamo che la raccolta arrivò in Archiginnasio nel 1850 quando il Municipio di Bologna acquistò da Luigi Tognetti, figlio di Francesco, destinandola alla biblioteca municipale, una cospicua raccolta di manoscritti risalenti ai secoli XVII-XVIII, di argomento letterario e storico-artistico. Il materiale confluì in seguito nei fondi speciali Manoscritti A (raccolta di manoscritti di carattere generale) e Manoscritti B (raccolta di manoscritti di ambito bolognese), a seconda dell'argomento, nonché, oltre al nostro fondo speciale Cartelli di sfida e messaggi d'amore, in diversi altri fondi.
Crediti
Ideazione, realizzazione del progetto e schedatura dei pezzi: Arabella Riccò con la collaborazione di Cristina Bersani per la consulenza e descrizione dell'apparato iconografico
Digitalizzazione: Arabella Riccò e Eros Vincenti
Progetto informatico: Rita Zoppellari