Ecco Bologna! Guida storico-artistica della citta
Guido Zucchini, Catalogo critico delle Guide di Bologna, «L’Archiginnasio», XLVI-XLVII (1951-52), p. 135-168:
“Questa piccola guida è compilata con il sistema degli itinerari: il turista parte sempre dal centro della città (meno nel primo che va dalla stazione alla piazza Maggiore) e giunge alla periferia «trovando sempre alla sua destra e alla sua sinistra ciò che è nella parte destra e sinistra della pagina. Quello che gli starà di fronte sarà invece nel centro della pagina». Sistema certamente ingegnoso, ma non so se del tutto pratico. Premesso un succinto cenno sulla storia, sull'agricoltura e sul commercio di Bologna gli autori iniziano il viaggio dalla stazione alla piazza, da questa tutt'attorno al centro della città poi dalla piazza alla periferia lungo le vie radiali. Seguono indicazioni relative ai principali musei, gallerie, biblioteche, archivi, giardini e gli indirizzi di enti pubblici, associazioni, ospedali e istituti sanitari. Le succinte notizie sono in generale ben controllate. Non sembri eccessiva pignoleria il segnalare alcune inesattezze. Il palazzo di Re Enzo (pag. 11) fu restaurato dal Rubbiani non nel 1913-15, ma nel 1905-13. Nel primo cortile del palazzo Comunale (pag. 11) solo due lati sono del Fieravanti: il terzo è del 1508 e il quarto del 1661. Delle case di piazza della Mercanzia (pag. 17) è stata omessa quella già Seracchioli ora Farnè a colonne di legno del sec. XIV: nessun accenno al bel restauro della Mercanzia fatto dal Rubbiani e dal Tartarini (1888-90). L'affresco posto sotto il portico della casa di via dell'Inferno n. 3 (pag. 20) è del Nosadella, ma lo «Scamozza» non c'entra: vi si vede (o meglio si vedeva, perchè l'affresco per incuria è semidistrutto) la piazza di S. Marco a Venezia senza la libreria vecchia dello Scamozzi. La palazzina della Viola (pag. 22) fu fatta costruire da Annibale Bentivoglio, non da Giovanni II. Il torresotto di S. Vitale (pag. 24), detto «forse di epoca romana» è del sec. XII-XIII. Il palazzo Pepoli di via Castiglione n. 6 (pag. 32) non è attribuito, per quanto mi consta da nessun documento ad Antonio di Vincenzo: del suo stile è il 4. Nessun accenno al grande restauro condotto dal Rubbiani alla chiesa di S. Francesco. La facciata della casa dei Vergognosi di via Galliera n. 5 (pag. 45) fu ornata da Donato di Gaio da Cernobbio, non da «Guido da Cernobbio». A Villa Aldini era da ricordare la Rotonda della Madonna del Monte con affreschi del sec. XII. Nell’elenco dei musei e gallerie immagino sia stato per errore tipografico scritto «Collezione d'Arte Comunale» invece di Collezioni Comunali d'Arte.”