Album "Noi che gridammo al vento": immagini e documenti
La quarta gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata a Noi che gridammo al vento, pubblicato nel 2016 dall’editore Einaudi.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce a questa edizione, al momento l’unica uscita nelle librerie (in formato cartaceo).
Il romanzo non fa parte della serie dedicata a Sarti Antonio, può piuttosto essere ascritto a quel filone di testi della produzione macchiavelliana che, pur mantenendo lo statuto di fiction, raccontano e indagano eventi cardine della storia italiana, in particolare episodi di criminalità pubblica strettamente correlati alle trame politiche e sociali del nostro paese. Romanzi come Funerale dopo Ustica, la cui lettura chiuderà questo ciclo di incontri, e Strage, al contrario primo testo affrontato dal Gruppo di Lettura e su cui si può consultare una gallery di documenti analoga a questa. Noi che gridammo al vento anzi non solo ripropone alcuni personaggi già visti in Strage, ma si salda strettamente a esso dal momento che le ultime pagine sono ambientate a Bologna il 2 agosto 1980.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Rosolino Petrotta, Arbëresht në Siqeli (1941)
LA SS. VERGINE ODIGITRIA
(Icona portata dall’Albania dai fondatori di Piana dei Greci)
Nel già citato articolo Piana degli Albanesi: la fondazione Matteo Mandalà scrive:
«Gli albanesi, stabilitisi in un primo tempo ai piedi del monte Pizzuta, a causa dei rigori invernali decisero di scendere più a valle e così il paese venne edificato alle falde di una collinetta (Sheshi), che dominava un’estesa area pianeggiante dalla quale, con molte probabilità, derivò il suo nome: Plana Archiepiscopatus Montis Regalis, in seguito Piana dell’Arcivescovo, poi Piana dei Greci, e, infine, Piana degli Albanesi. Secondo la tradizione popolare, il luogo sarebbe stato indicato da un prodigio compiuto dalla Madonna dell’Itria della quale i profughi avevano portato una preziosa immagine dall’Albania».
Rosolino Petrotta, Arbëreshë në Siqueli, Tirane, Botim i ministris s'arsimit, 1941.