Album "Noi che gridammo al vento": immagini e documenti
La quarta gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata a Noi che gridammo al vento, pubblicato nel 2016 dall’editore Einaudi.
L’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce a questa edizione, al momento l’unica uscita nelle librerie (in formato cartaceo).
Il romanzo non fa parte della serie dedicata a Sarti Antonio, può piuttosto essere ascritto a quel filone di testi della produzione macchiavelliana che, pur mantenendo lo statuto di fiction, raccontano e indagano eventi cardine della storia italiana, in particolare episodi di criminalità pubblica strettamente correlati alle trame politiche e sociali del nostro paese. Romanzi come Funerale dopo Ustica, la cui lettura chiuderà questo ciclo di incontri, e Strage, al contrario primo testo affrontato dal Gruppo di Lettura e su cui si può consultare una gallery di documenti analoga a questa. Noi che gridammo al vento anzi non solo ripropone alcuni personaggi già visti in Strage, ma si salda strettamente a esso dal momento che le ultime pagine sono ambientate a Bologna il 2 agosto 1980.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Cesare Mori, Con la mafia ai ferri corti (1932)
Nell’impossibilità di fornire una pur minima rassegna delle pubblicazioni che si sono occupate di tracciare un profilo dell’organizzazione mafiosa e di raccontarne i rapporti con le istituzioni, selezioniamo solamente questo volume del 1932, per due motivi. In primis perché affronta in maniera diretta proprio la situazione di Piana degli Albanesi, offrendo anche qualche bella immagine. Inoltre perché si colloca nel pieno del ventennio fascista, quindi ci permette di cogliere il quadro dei rapporti Stato-mafia negli anni precedenti la strage di Portella. Più corretto sarebbe però dire che il testo ci permette di capire come il fascismo desiderava promuovere la propria inflessibilità nel punire le organizzazioni criminali, al di là dei reali risultati ottenuti. A rileggere oggi queste pagine infatti è impossibile non sorridere amaramente di fronte ai toni trionfalistici che emergono dalle didascalie di alcune delle immagini che vedremo di seguito.
Cesare Mori, Con la mafia ai ferri corti, Verona, A. Mondadori, 1932.