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Album "Il cimitero di Praga"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Il cimitero di Praga di Umberto Eco (2010), che fanno riferimento agli eventi e ai temi trattati nell’opera o che possono avere fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione del testo letterario (quando abbiamo presentato un’interpretazione critica è perché altri l’avevano già proposta e ci sembrava utile discuterne). Ancor meno si vuole dare un giudizio sui tanti temi complicati e scomodi presenti nel romanzo, che meritano approfondimenti ben più avanzati.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie) che non vuole essere esaustivo di tutte le opere citate nel romanzo. Anzi anche l’assenza dalla gallery di alcuni testi citati da Eco, dovuta spesso al fatto che quella specifica opera non è conservata in biblioteca, può avere un significato per opere che spesso hanno avuto una vita controversa, trattato temi spinosi e viaggiato sul confine fra falso, plagio, provocazione e inganno.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2010.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
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Nino Bixio - Ritratto
«Ho rivisto Nino Bixio mentre passava in città a cavallo. A quanto si dice, il vero capo militare della spedizione è lui. Garibaldi si distrae, pensa sempre a cosa farà domani, è bravo negli assalti e trascina chi gli viene dietro, ma Bixio pensa al presente e mette in fila le truppe. Mentre passavo ho sentito un garibaldino vicino a me che diceva al suo camerata: “Guarda che occhio, fulmina dappertutto. Il suo profilo taglia come una sciabolata. Bixio! Il nome stesso dà l’idea di un guizzo di folgore”» (p. 142).
Eco dipinge Bixio a tinte fosche, come il più crudele degli ufficiali garibaldini. Simonini sfrutta l’odio che la popolazione siciliana prova verso di lui, convincendo un sempliciotto soprannominato Bronte - proprio perché scampato ai massacri perpetrati da Bixio nella cittadina siciliana - a eseguire l’attentato in cui morirà Nievo.
[Ritratto di Nino Bixio]
Collocazione: GDS, Collezione dei ritratti, Cartone 7, Fascicolo 85, Carta 1