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Album "Il cimitero di Praga"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Il cimitero di Praga di Umberto Eco (2010), che fanno riferimento agli eventi e ai temi trattati nell’opera o che possono avere fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione del testo letterario (quando abbiamo presentato un’interpretazione critica è perché altri l’avevano già proposta e ci sembrava utile discuterne). Ancor meno si vuole dare un giudizio sui tanti temi complicati e scomodi presenti nel romanzo, che meritano approfondimenti ben più avanzati.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie) che non vuole essere esaustivo di tutte le opere citate nel romanzo. Anzi anche l’assenza dalla gallery di alcuni testi citati da Eco, dovuta spesso al fatto che quella specifica opera non è conservata in biblioteca, può avere un significato per opere che spesso hanno avuto una vita controversa, trattato temi spinosi e viaggiato sul confine fra falso, plagio, provocazione e inganno.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2010.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
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«La difesa della razza», V, n. 6, 20 gennaio 1942
Infine è lo stesso Simonino che occupa lo spazio più importante del numero. E lo fa con l’immagine più famosa, la xilografia del Liber Chronicarum di Hartmann Schedel di cui già abbiamo parlato.
L’immagine, in questo numero, viene utilizzata per illustrare un articolo riguardante la circoncisione dei bambini, in cui si legge che «Nel famoso processo per l’assassinio (1475) di Simonino da Trento, uno degli imputati (poi condannato a morte), l’ebreo Angelo, confessò che sopra il prepuzio, durante la circoncisione si usava appunto sangue polverizzato di un fanciullo cristiano martirizzato» (p. 27). Sembra davvero di cogliere nel suo dispiegarsi quel meccanismo di costruzione del nemico di cui Eco tratta in un suo saggio e che si ripete in tutte le epoche. Dopo avere riassunto la descrizione dei costumi ebraici fatta da Tacito, Eco commenta:
«Gli ebrei sono “strani” perché si astengono dalla carne di maiale, non mettono lievito nel pane, oziano il settimo giorno, si sposano solo tra loro, si circoncidono (si badi) non perché sia una norma igienica o religiosa, ma “per marcare la loro diversità, seppelliscono i morti e non venerano i nostri Cesari. Una volta dimostrato quanto siano diversi alcuni costumi reali (cincorcisione, riposo del sabato), si può sottolineare ulteriormente la diversità inserendo nel ritratto costumi leggendari (consacrano l’effigie di un asino, spregiano genitori, figli, fratelli, la patria e gli dei)».
Umberto Eco, Costruire il nemico, cit., p. 12).
Per concludere questa breve carrellata dedicata a «La difesa della razza», ringraziamo Pietro Delcorno per averci anticipato alcune pagine della postfazione da lui scritta per il volume di imminente pubblicazione Santi in camicia nera di Davide Recchi, in cui vengono analizzate alcune occorrenze del caso Simonino sulla rivista. Nelle sue pagine, dal titolo L’aureola nera: attualità e inattualità della storia, Delcorno rileva anche come la questione sia tutt’altro che chiusa - nonostante, come vedremo nelle prossime immagini, il culto di Simonino sia stato abolito dalla Chiesa - dal momento che negli ultimi anni alcune iniziative pubbliche (una mostra e una tela dedicata al falso martirio del bambino) abbiano suscitato molto scalpore in rete e portato a strascichi giudiziari tutt’ora in pieno svolgimento.
«La difesa della razza», V, n. 6, 20 gennaio 1942.