Album "I mille volti di Sarti Antonio"
Il romanzo Ombre sotto i portici, pubblicato per la prima volta nel 1976 e in diverse occasioni negli anni successivi, spesso anche insieme ad altri romanzi brevi, offre tematiche in gran parte già affrontate nelle galleries precedenti, a partire dalla doppia visione della città qui rappresentata con una sineddoche dai portici. Elemento generalmente considerato simbolo di civiltà - uno spazio che potrebbe rimanere privato diventa invece luogo pubblico che offre riparo e conforto a chi si trova in strada - può diventare spazio minaccioso, capace di offrire angoli nascosti e oscuri ai malintenzionati.
Per non ripetere tematiche già viste, il romanzo sarà quindi solamente spunto per illustrare brevemente la carriera teatrale di Loriano Macchiavelli - in buona parte precedente la produzione giallistica ma che continua e riemerge anche dopo il successo come romanziere - e spendere qualche parola sulla nascita di Sarti Antonio. Questo ci porterà ad esplorare un aspetto curioso, cioè come nel corso degli anni i personaggi principali della serie dedicata a Sarti Antonio - e in particolare il sergente stesso - sono stati rappresentati in media che prevedono l’utilizzo dell’immagine, statica o in movimento: illustrazioni che hanno accompagnato alcuni romanzi e trasposizioni a fumetti nell’ambito del documento cartaceo, film e serie TV nell’universo della multimedialità.
Da una parte diversi illustratori hanno quindi dato un volto al sergente e ai suoi compagni di avventure - come sempre in maniera più o meno fedele alle indicazioni fornite da Macchiavelli, quando presenti - dall’altra alcuni attori sono stati scelti per mettere i propri lineamenti al servizio dei personaggi. Fra questi uno è veramente diventato il volto per eccellenza di Sarti nell’immaginario del pubblico, tanto che, lo vedremo, è spesso finito anche sulle copertine dei romanzi.
L'ispettore Sarti (1991-1994): Gianni Cavina
Arriviamo infine a colui che ha maggiormente segnato l’immaginario legato a Sarti Antonio. Anzi, che è diventato, e ancora oggi è, il volto per eccellenza del sergente: Gianni Cavina.
L’attore bolognese viene scelto - e sembra che lui abbia fatto di tutto per essere scelto - per interpretare Sarti in una nuova serie TV, L’ispettore Sarti, voluta dalla Rai e alla quale Macchiavelli non dà il suo contributo. Vengono realizzate due stagioni, la prima di 13 episodi, girati nel 1988 e trasmessi nel 1991, la seconda di sette episodi, trasmessi nel 1994 (molte puntate sono disponibili su You Tube mentre non se ne trova traccia su RaiPlay).
Macchiavelli nell’introduzione al citato fumetto tratto da Le piste dell’attentato fa notare che Gianni Materazzo ha disegnato un Sarti Antonio «corpulento come Gianni Cavina, sgualcito come Gianni Cavina, stazzonato come Gianni Cavina nelle versioni televisive, ma Gianni Cavina-Sarti Antonio arriverà solo nel 1988, e cioè tre anni dopo il fumetto. Una premonizione? Bisognerebbe chiederlo a Gianni Materazzo». L’ipotesi più logica è che che chi ha realizzato la serie TV si sia ispirato al fumetto, anche se non ci sono certezze e l’eventualità sia resa meno credibile dal fatto che di sicuro il lavoro di Materazzo non aveva raggiunto un pubblico generalista.