Album "Coscienza sporca": immagini e documenti
La seconda gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata al romanzo Coscienza sporca, che uscì in prima edizione nel 1995 per l’editore Mondadori. Come sempre presenteremo documenti che riguardano le tematiche trattate dal romanzo. In questa occasione non possiamo non soffermarci sul caso che è sotteso a tutta la trama della storia, il famoso delitto che nel 1902 mise Bologna sulla mappa dei casi criminali più famosi, discussi e controversi. Dedicheremo un breve approfondimento anche al caso della Uno bianca, continuamente richiamato all’interno del romanzo e i cui colpevoli erano stati individuati e arrestati l’anno precedente l’uscita di Coscienza sporca, titolo che evidentemente allude ai due casi criminali - pur così diversi fra loro - appena citati.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione sopra citata.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Uno bianca: gli arresti (da «Il Resto del Carlino», 23-27 novembre 1994)
Roberto Savi, il poliziotto che con il fratello Fabio ha guidato le imprese criminali e sanguinose della Banda della Uno bianca, viene arrestato il 22 novembre 1994. È interessante seguire lo sviluppo della notizia nei giorni successivi. Utilizziamo sempre «Il Resto del Carlino» come punto di osservazione, scorrendone alcune pagine pubblicate fra il 23 e il 27 novembre.
Il 23 novembre, giorno successivo all’arresto di Roberto Savi, il quotidiano pubblica una mappa dei casi criminosi bolognesi compiuti fra 1990 e 1994 che riprende (anche nel titolo) e aggiorna quella pubblicata in occasione della strage del Pilastro quasi quattro anni prima. Si tratta naturalmente dei casi che si ritiene possano essere ascritti ai fratelli Savi e ai loro complici. Sorprende che nell’elaborazione grafica del 1994 manchi proprio la strage dei Carabinieri del gennaio 1991.
Troviamo i primi sospetti che anche quell’episodio porti la firma della Banda della Uno bianca sulla cronaca bolognese del 25 novembre. Il giorno successivo, sabato 26, l’articolo intitolato Sono loro i killer del Pilastro? sembra proporre una domanda retorica più che un dubbio vero e proprio, dal momento che il testo firnato da Nicoletta Rossi e Roberto Canditi ipotizza in maniera piuttosto convinta che quella è la pista giusta da seguire. Il giorno dopo, domenica 27 novembre, arriva infatti la conferma, in prima pagina: Hanno ucciso i carabinieri al Pilastro e alla Coop. Ma se facciamo un passo indietro, all’articolo di Rossi e Canditi, troviamo un altro elemento interessante. La strage del Pilastro non era contemplata fra i crimini della Uno bianca perchè era stata rivendicata dalla fantomatica organizzazione Falange Armata, che aveva d’altra parte rivendicato numerose altre azioni compiute in realtà dai poliziotti-criminali. Tanto che, lo dice ancora l’articolo del 26 novembre, gli stessi fratelli Savi sono sospettati di fare parte di Falange Armata. Tutto ciò c’entra poco con Macchiavelli, che pubblica Coscienza sporca quando ormai questi misteri sono stati dipanati, ma ci porta a un altro romanzo poliziesco bolognese, che vedremo nella prossima immagine.
«Il Resto del Carlino», 23-27 novembre 1994.