
Album "Apocalittici e integrati"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del saggio Apocalittici e integrati di Umberto Eco (1964), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica del lavoro di Eco.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non solo non c’è pretesa di esaustività, poniamo anzi una dichiarazione preventiva del fatto che maggiore attenzione si è data alla parte relativa ai fumetti, considerata più interessante e adatta al percorso di lettura del nostro gruppo, mentre canzone e TV sono trattate qui in maniera episodica. Non si fanno inoltre quasi riferimenti ai capitoli Cultura di massa e “livelli” di cultura e La struttura del cattivo gusto, che naturalmente sono però la base teorica implicata nella presentazione dei documenti da noi preparata come del lavoro di analisi dei testi - grafici, testuali e sonori - fatta dall’autore.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1964.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Fascismo e fumetti: il caso Topolino
Nel Ventennio fascista, come d’altra parte successe un po’ in tutti i campi, non solo i nomi degli eroi dei comics vennero italianizzati per mascherare la provenienza dall’impero del male americano - e la trasformazione di Flash Gordon in Gordon Flasce è forse l’esempio meno riuscito di questa tendenza - ma nei giornalini di fumetti ai nomi degli autori originali vennero sostituiti più rassicuranti nomi italiani, di disegnatori reali o inventati per l’occasione.
Il complesso rapporto fra il regime fascista e i racconti a vignette è raccontato in maniera precisa ed esaustiva nel volume Eccetto Topolino. Lo scontro culturale tra fascismo e fumetti di Fabio Gadducci, Leonardo Gori e Sergio Lama. Il titolo del volume allude al fatto che alla fine degli anni Trenta venna proibita la pubblicazione di qualunque fumetto proveniente da oltreoceano, con l’unica eccezione di quelli Disney e in particolare del topo più famoso del mondo. Leggenda vuole che la scelta fosse stata imposta dal Duce in persona per accontentare il figlio, amante di Topolino, ma in realtà le ragioni furono più complesse e legate soprattutto a questioni economiche. Negli anni successivi d’altra parte il blocco delle pubblicazioni riguardò anche i personaggi Disney.
Topolino all’età della pietra (The Land of long ago), qui in una edizione del 1950, è una delle storie più conosciute della prima fase di vita del personaggio. Pubblicata a puntate fra 1940 e 1941 era stata sceneggiata da Marrill de Maris e disegnata da Floyd Gottfredson, uno dei più importanti disegnatori Disney.
Walt Disney, Topolino all'età della pietra, disegni di Floyd Gottfredson, sceneggiatura di Merrill De Maris, Milano, Periodici Mondadori, 1950.