
Album "Apocalittici e integrati"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del saggio Apocalittici e integrati di Umberto Eco (1964), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica del lavoro di Eco.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non solo non c’è pretesa di esaustività, poniamo anzi una dichiarazione preventiva del fatto che maggiore attenzione si è data alla parte relativa ai fumetti, considerata più interessante e adatta al percorso di lettura del nostro gruppo, mentre canzone e TV sono trattate qui in maniera episodica. Non si fanno inoltre quasi riferimenti ai capitoli Cultura di massa e “livelli” di cultura e La struttura del cattivo gusto, che naturalmente sono però la base teorica implicata nella presentazione dei documenti da noi preparata come del lavoro di analisi dei testi - grafici, testuali e sonori - fatta dall’autore.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1964.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Codici di (auto)censura
Del volume Qui, Studio One Eco rileva l’interesse delle dichiarazioni di Rod Serling - creatore della serie TV The Twilight Zone (Ai confini della realtà) - e il fatto che contenga il «codice di autocensura della TV americana [...] un monumento di prudenza, una cautela minuta degna di un casuista della controriforma: attenendosi a quel codice a rigore, qualsiasi trasmissione potrebbe apparire offensiva per qualche categoria di cittadini o per l’infanzia. Eppure non si può non consentire con ciascuno dei suoi articoli, presi uno per uno» (p. 346).
Dopo 60 anni, il tema dell’autoregolamentazione (o autocensura, come dice Eco) nei mezzi di comunicazione di massa è ancora di grandissima attualità. Anche il mondo del fumetto americano nel 1954 si diede un Comics Code Authority, non imposto per legge ma al quale gli editori potevano decidere o meno di attenersi. L’iniziativa nasceva dal grido d’allarme lanciato dal libro Seduction of the Innocent dello psichiatra Fredric Wertham, che denunciava l’influenza nociva che i comics potevano avere sui lettori più giovani. Uno dei tanti strumenti di controllo e repressione, l’ennesima caccia alle streghe messa in atto dalla società dei benpensanti che occupavano i centri del potere americano.
Nel numero 2 di «alterlinus» del dicembre 2023, è stata pubblicata la storia a fumetti The Death of Comics di Ethan Van Sciver, in cui si racconta la parabola di un disegnatore di fumetti splatter la cui carriera - e di conseguenza la sua vita privata - va a rotoli proprio a causa delle regole di autocensura adottate da gran parte degli editori di comics statunitensi negli anni Cinquanta.
Qui, Studio One, Milano, Cinema Nuovo, 1960.