
Album "Apocalittici e integrati"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del saggio Apocalittici e integrati di Umberto Eco (1964), che fanno riferimento ai temi trattati nell’opera o hanno fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione critica del lavoro di Eco.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie). Non solo non c’è pretesa di esaustività, poniamo anzi una dichiarazione preventiva del fatto che maggiore attenzione si è data alla parte relativa ai fumetti, considerata più interessante e adatta al percorso di lettura del nostro gruppo, mentre canzone e TV sono trattate qui in maniera episodica. Non si fanno inoltre quasi riferimenti ai capitoli Cultura di massa e “livelli” di cultura e La struttura del cattivo gusto, che naturalmente sono però la base teorica implicata nella presentazione dei documenti da noi preparata come del lavoro di analisi dei testi - grafici, testuali e sonori - fatta dall’autore.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 1964.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Bologna dei fumetti
«Oggi ovviamente siamo molto lontani sia dal ’64 sia dal ’77. Ma, per fortuna, siamo forse più vicini al primo che non al secondo, pressoché rimosso dalla storiografia ufficiale delle arti e della cultura sociale, della politica e dell’economia.
Il ’77 inaugura un oscuro periodo di tutt’altri “né né”, dove tristi figuri con P38 e passamontagna combattono le stragi di regime usando, al modo di ogni terrorismo, i media come cassa di risonanza. Era il peggior modo possibile di manipolare l’idea echiana della guerriglia semiologica, ovvero l’esito naturale di Apocalittici e integrati. Laddove, secondo Eco, per bypassare il doppio ricatto degli apocalittici e degli integrati occorreva conoscere le strategie dei media per poterne stravolgere tatticamente i significati (Il costume di casa), la fine degli anni settanta dà la stura, da un lato, alla lotta armata (Sette anni di desiderio) e, dall’altro, all’istituzionalizzazione beffarda della guerriglia semiologica di Ricci e soci (Dalla periferia dell’impero). Gli esiti sono storia arcinota (A passo di gambero)».
Gianfranco Marrone, Uno splendido cinquantenne, in 50 anni dopo Apocalittici e integrati di Umberto Eco, p. 16-19: 18.
Il giudizio ci sembra riduttivo. Il movimento del Settantasette e quello che ne conseguì negli anni successivi hanno portato qualcosa di più di quanto lapidariamente liquidato nella frase citata, proprio nel campo del fumetto e proveniendo in buona parte da quello che era territorio echiano, il DAMS.
La Bologna di quegli anni ha infatti visto la nascita di opere e autori che hanno segnato - e ancora oggi segnano - il mondo dell’arte nel senso più ampio e della nona arte in particolare. Non è necessario fare nomi e titoli perché possiamo offrire come base di partenza Bologna dei fumetti, una ricca banca dati realizzata e costantemente aggiornata dalla Biblioteca Salaborsa di Bologna. Vale la pena navigarla per cogliere spunti di lettura e ricostruire la storia, anche editoriale, del fumetto in città. Bologna dei fumetti è una sezione del più ampio progetto bologna.online.