I manoscritti di Marcello Oretti

LE RACCOLTE

La serie de Libri è lo Studio più necessario all'uomini per la coltivazione degli Ingegni
più distinti, e codeste collezioni saranno sempre in grande stima de Dotti

(M. Oretti, epigrafe Al Lettore, ms. B. 404, c. 197)

Le raccolte personali di manoscritti e di libri a stampa, ma anche le collezioni di antiquaria, numismatiche, naturalistiche ed artistiche (dipinti, disegni e stampe) costituivano per "gli Ingegni più distinti" del XVIII secolo gli strumenti indispensabili per lo svolgimento dell'attività di studioso ed erudito.
Marcello Oretti potè incrementare con acquisti le proprie raccolte, almeno in parte ricevute in eredità dal padre Francesco Antonio, grazie alle rendite, peraltro non abbondanti, a lui derivanti da proprietà di terreni e immobili. Alle collezioni di varia natura si aggiunsero, nel corso di un'attività pluridecennale, i manoscritti relativi alla sua produzione storico-critica originale (una sessantina di volumi) e le lettere a lui inviate da eruditi, artisti, numismatici e antiquari.

Dopo la morte di Oretti, nel 1787, questi materiali ebbero destini assai diversi: le sue opere originali e parte dei manoscritti da lui raccolti vennero dagli eredi venduti al senatore Filippo Hercolani, il quale li unì alla propria ricca biblioteca. Un catalogo dei manoscritti dell'Oretti era stato pubblicato da Gaetano Giordani nell'«Almanacco statistico bolognese» del 1835, da cui fu ricavato l'estratto Raguaglio bibliografico intorno a Marcello Oretti e suoi manoscritti autografi (Bologna, Tipografia Nobili e C., 1835); a Giordani si deve anche il catalogo Collezione di codici manoscritti divisa in tre classi ... (supplemento letterario alla «Gazzetta Privilegiata di Bologna», n. 53, martedì 6 maggio 1837).

Morto Hercolani nel 1847, dopo qualche tempo le sue raccolte manoscritte furono messe in vendita. Il senatore conte Giovanni Malvezzi si rivolse allora a Luigi Frati, Direttore della Biblioteca comunale, chiedendogli di attivarsi affinché i volumi fossero assegnati all'uso pubblico. La vendita non ebbe luogo, e nel febbraio 1872 il prezioso materiale fu trasportato all'Archiginnasio.

Le raccolte di antichità e le collezioni artistiche di proprietà di Marcello Oretti, compresi i ritratti di famiglia e i dipinti, sono andate invece disperse, in parte forse addirittura prima della sua morte; l'attuale ubicazione non è nota, nè è stata finora oggetto di indagini organiche volte a ricostruire il corpus del patrimonio disseminato. Delle collezioni restano tracce, oltre che nei frequenti riferimenti presenti nell'epistolario e nei manoscritti di Oretti, in inventari parziali da lui stesso redatti (ms. B.109), o in "indici" di libri d'arte, di stampe e "d'altre cose conservate nello Studio di Marcello Oretti" (mss. B.403 e B.405).