cover of Guida di Bologna
Corrado Ricci

Guida di Bologna

Bologna, Zanichelli, 1914
Placement: 17.R.IX.65
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5. ed. interamente rifatta. Data desunta dal Catalogo Zanichelli.

Guido Zucchini, Catalogo critico delle Guide di Bologna, «L’Archiginnasio»,  XLVI-XLVII (1951-52), p. 135-168:

“Questa edizione è quasi uguale alla precedente. Vi è accettata l'ipotesi del Supino, che l'idea di costruire la chiesa di S. Petronio a somiglianza di una grande croce latina con una cupola nell'incrocio dei bracci nacque nei primi del Cinquecento: vi sono notati i restauri del Comitato per Bologna storica e artistica: le date, le attribuzioni, i giudizi, di cui si può vedere l'elenco nella recensione che ne fece il Foratti nell'Archiginnasio del 1914, corrispondono agli ultimi studi degli eruditi locali. Sono da notare alcune inesattezze, come le seguenti: la torre dell'Arrengo (pag. 10) non fu costruita nel 1263-68, ma già nel 1212 era compiuta. La balaustrata di macigno del palazzo del Podestà (fig. 10) non fu fatta nel 1666, ma nel 1603-04. Due soli lati, non tre, del cortile del palazzo Comunale sono dovuti al Fieravanti: l'altro è degli anni 1507-09, mentre il quarto è del secolo XVII. La porta della casa Poeti (pag. 65) non è del secolo XVI, ma del Quattrocento (1467 c.). La chiesa di S. Giovanni in Monte (pag. 67) fu rinnovata nel 1440-42, ma non per opera di Domenico Berardi, che nel 1474 fece un modello della facciata: così l'Arriguzzi restaurò il presbiteterio della chiesa nel 1517, ma non la cupola ottagonale eretta nel 1496. Nel quadro della prima cappella di destra (pag. 68) Gesù appare a Maddalena, ma non vestito da ortolano, sibbene con una veste bianca e con lo stendardo della Resurrezione. Giovanni e Pietro dalle Masegne (pag. 98) che fecero i capitelli e le basi di macigno dei piloni della Mercanzia non sono veneziani, ma di Varignana, borgo attiguo a Bologna. L'ornato attorno alla porta della rocchetta merlata, che recinge la base della torre Asinelli (pag. 102) non era nel palazzo del Podestà, ma fu eretto assieme alla rocchetta stessa. Le pitture che l'Aspertini fece alla Viola (pag. 114) non sono perite del tutto: rimane la decorazione di un soffitto. Il pittore Michele di Matteo (pag. 121) non era di Pergamo (Bergamo), ma di Panzana vicino a Castelfranco dell'Emilia. L'altare antico, che l'A. ricorda in S. Vittore (pag. 239), già da dieci anni era stato trasportato in S. Giovanni in Monte. Non il fregio della chiesa di Ronzano (pag. 244) fu eseguito da Giovanni Chapelan, ma la travatura del tetto a legni scoperti. La chiesa della Santa (pag. 245) non fu riedificata nel 1481 da Marchionne da Faenza e da Bartolomeo da Dozza, ma nel 1477-1480 da Nicolò di Marchionne e da Francesco da Dozza. Il palazzo Bevilacqua (pag. 250) non fu cominciato nel 1491, ma nel 1479 e nel 1482 era già compiuto.”