cover of Descrizione delle piu rare cose di Bologna, e suoi subborghi in pitture, scolture, ed architetture delle chiese, luoghi pubblici, palazzi, e case
Giacomo Gatti

Descrizione delle piu rare cose di Bologna, e suoi subborghi in pitture, scolture, ed architetture delle chiese, luoghi pubblici, palazzi, e case

Bologna, Sassi, 1803
Placement: RABBI C.140
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Guido Zucchini, Catalogo critico delle Guide di Bologna, «L’Archiginnasio»,  XLVI-XLVII (1951-52), p. 135-168.

“Nell'Avviso al lettore l'autore, riconoscendo che nelle molte guide esistenti si parla di pitture che non meritano riguardo, mentre non è fatta menzione di altre presso «dennarosi e ragguardevoli Cittadini» e constatando i molti mutamenti avvenuti negli ultimi anni, dichiara di avere stampato il libro a sua «total direzione», volere, e spesa per «soddisfacimento della lodevole curiosità del virtuoso, ed intelligente Viaggiatore». Ma questo scopo nascondeva un altro fine, al conseguimento del quale la guida avrebbe servito di réclame. Nella Prefazione historica di Bologna si parla delle miniere e dei minerali locali, tra cui la pietra fosforica di Paderno, dotata, dopo la calcinazione, di potere fosforescente e già resa nota da Goethe e da altri. Il Gatti invita a recarsi nella sua abitazione posta dietro all'albergo del Pellegrino chi desiderasse farne acquisto e nello stesso tempo si dichiara pronto a servire chi bramasse «far compra di Pitture». Nell'Avviso ai forestieri sono indicati gli alberghi, le locande, le fabbriche di veli di seta, di cui Bologna era famosa, le fabbriche di rosoli ecc.: tra le particolarità locali sono «le palle di sapone muschiate, fiori di seta, frutti di cera e i cagnolini bianchi dal pelo lungo, detti bolognesi. L'Indice dei pittori bolognesi è di poco interesse e spesso errato: tra l'altro si dice che Giotto scolaro di Cimabue nacque nel 1663 e morì nel 1736: tra gli artisti è annoverato l'ex-Conte (siamo nell'anno fecondo della repubblica italiana) Zambeccari con accenno al suo volo avventuroso in pallone del 1803 da Bologna alla Dalmazia. Il Cicognara nel suo Catalogo dei libri d'arte del 1821 critica aspramente il Gatti: anche il Bianconi chiama questa guida «miserabile libro» in realtà di gran lunga inferiore alle diverse edizioni del Malvasia. Però qualche nuova notizia si legge intorno alla galleria Tanari, all'Istituto delle Scienze, al deposito dei quadri tratti dalle chiese soppresse o demolite e raccolti nell'ex-monastero di S. Vitale, alla galleria Malvezzi da S. Sigismondo, alla chiesa di S. Francesco, che per l'entrata in Bologna delle armi francesi (1796) «unica gloriosa cagione della comutazione del Governo Pontificio nell'attuale Repubblicano» fu soppressa e destinata a Dogana, essendosi decretata la demolizione delle ventisei cappelle, alle gallerie Zambeccari da S. Paolo e Hercolani, a quella Sampieri minutamente descritta.”

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