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Album "Il cimitero di Praga"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Il cimitero di Praga di Umberto Eco (2010), che fanno riferimento agli eventi e ai temi trattati nell’opera o che possono avere fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione del testo letterario (quando abbiamo presentato un’interpretazione critica è perché altri l’avevano già proposta e ci sembrava utile discuterne). Ancor meno si vuole dare un giudizio sui tanti temi complicati e scomodi presenti nel romanzo, che meritano approfondimenti ben più avanzati.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie) che non vuole essere esaustivo di tutte le opere citate nel romanzo. Anzi anche l’assenza dalla gallery di alcuni testi citati da Eco, dovuta spesso al fatto che quella specifica opera non è conservata in biblioteca, può avere un significato per opere che spesso hanno avuto una vita controversa, trattato temi spinosi e viaggiato sul confine fra falso, plagio, provocazione e inganno.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2010.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
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L'Esposizione Universale del 1867
«La luce elettrica... In quegli anni gli sciocchi si sentivano attorniati dal futuro. Era stato aperto un canale in Egitto che univa il Mediterraneo al mar Rosso per cui per andare in Asia non occorreva più fare il giro dell’Africa (e così si sarebbero danneggiate tante oneste compagnie di navigazione), era stata inaugurata una esposizione universale le cui architetture facevano intuire che quello che aveva fatto Haussmann per rovinare Parigi era solo un inizio, gli americani stavano terminando una ferrovia che avrebbe traversato il loro continente da oriente a occidente, e dato che avevano appena dato la libertà agli schiavi negri ecco che questa plebaglia avrebbe invaso tutta la nazione facendola diventare una palude di sanguemisti, peggio che gli ebrei» (p. 279-280).
Abbiamo già visto parlando di un’altra Esposizione parigina, quella del 1889, i sentimenti nostalgici che il capitano Simonini nutre per la Parigi pre-Haussmann, la cui scomparsa va completandosi nella seconda metà del XIX secolo. Sorprendono ancora meno le invettive razziste.
Nell’immagine a fianco (qui visibile a una migliore definizione) è rappresentato il sito principale dell’Esposizione del 1867.
L'esposizione universale del 1867 illustrata. Pubblicazione internazionale autorizzata dalla commissione imperiale dell'esposizione, 3 vol., Milano [etc.], E. Sonzogno, 1867.