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Album "Il cimitero di Praga"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Il cimitero di Praga di Umberto Eco (2010), che fanno riferimento agli eventi e ai temi trattati nell’opera o che possono avere fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione del testo letterario (quando abbiamo presentato un’interpretazione critica è perché altri l’avevano già proposta e ci sembrava utile discuterne). Ancor meno si vuole dare un giudizio sui tanti temi complicati e scomodi presenti nel romanzo, che meritano approfondimenti ben più avanzati.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie) che non vuole essere esaustivo di tutte le opere citate nel romanzo. Anzi anche l’assenza dalla gallery di alcuni testi citati da Eco, dovuta spesso al fatto che quella specifica opera non è conservata in biblioteca, può avere un significato per opere che spesso hanno avuto una vita controversa, trattato temi spinosi e viaggiato sul confine fra falso, plagio, provocazione e inganno.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2010.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
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La Salpêtrière
Un’altra immagine tratta dalle dispense dell’Esposizione del 1889 illustra uno dei temi che, introdotto nel capitolo terzo, Chez Magny, verrà ripreso più avanti nel diario che Simonini e il suo alter ego, l’abate Dalla Piccola, stanno scrivendo per ricordare gli eventi degli anni precedenti. Nel ristorante che dà il titolo al capitolo il protagonista incontra molti medici della Salpêtrière, la clinica psichiatrica in cui il dottor Charcot e altri medici stanno sperimentando nuove cure dell’isteria femminile. Ipnotismo e magnetismo sono tecniche considerate ai confini fra scienza, magia e impostura. Così si esprime uno dei commensali di Simonini, il dottor Bourru: «Per noi quello che spesso avviene alla Salpêtrière sa più di teatro che di clinica psichiatrica» (p. 41).
Gli stessi dottori con cui Simonini condivide il pasto gli parlano per la prima volta di Diana Vaughan, che soffre di una dissociazione della personalità e che dal capitolo 22 diventerà collaboratrice del protagonista e di Léo Taxil.
L’Esposizione di Parigi del 1889 illustrata, n. 1 (1889)-n. 70 (1889), Milano, E. Sonzogno, 1890.