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Album "Il cimitero di Praga"
In questa gallery raccogliamo documenti che illustrano la genesi e la vita editoriale del romanzo Il cimitero di Praga di Umberto Eco (2010), che fanno riferimento agli eventi e ai temi trattati nell’opera o che possono avere fornito una base informativa per l’autore. Questa non vuole essere un’analisi scientifica ed esaustiva di fonti e documenti utilizzati dall’autore né tantomeno un’interpretazione del testo letterario (quando abbiamo presentato un’interpretazione critica è perché altri l’avevano già proposta e ci sembrava utile discuterne). Ancor meno si vuole dare un giudizio sui tanti temi complicati e scomodi presenti nel romanzo, che meritano approfondimenti ben più avanzati.
Quello che qui proponiamo è il resoconto di un’esperienza di lettura e di ricerca nel patrimonio della nostra biblioteca (con alcune escursioni su altre raccolte documentarie) che non vuole essere esaustivo di tutte le opere citate nel romanzo. Anzi anche l’assenza dalla gallery di alcuni testi citati da Eco, dovuta spesso al fatto che quella specifica opera non è conservata in biblioteca, può avere un significato per opere che spesso hanno avuto una vita controversa, trattato temi spinosi e viaggiato sul confine fra falso, plagio, provocazione e inganno.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione, pubblicata nel 2010.
I documenti utilizzati sono quasi totalmente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.

Augustin Barruel, Abrégé des mémoires pour servir à l'histoire du Jacobinisme (1799)
L’interesse di Eco per i Protocolli dei Savi Anziani di Sion è ben documentato in alcuni scritti precedenti Il cimitero di Praga, tanto che nel citato dialogo con Di Segni uscito su «L’Espresso» Goldkorn afferma che lo studioso ne è «ossessionato».
Dopo averli inseriti in quella grande trattazione delle fantasie di complotto che è Il pendolo di Foucault, Eco stranamente non parla dei Protocolli nel saggio citato in precedenza Falsi e contraffazioni (che trova forma definitiva nel 1990 in I limiti dell’interpretazione, p. 162-192). Tornano però al centro dell’attenzione di una delle Norton Lectures tenute a Harvard nel 1992-1993 pubblicate in Sei passeggiate nei boschi narrativi. La sesta conferenza si intitola Protocolli fittizi e ricostruisce - inserendola all’interno di un ragionamento che si interroga sul rapporto fra il mondo finzionale e quello reale in cui viviamo, e su come siamo portati a prestare fede a un racconto proprio sulla base di questo rapporto (il titolo della conferenza quindi ha doppio significato) - la genesi dei Protocolli, documento la cui falsità è stata più volte dimostrata ma che viene costantemente riproposto come reale e/o veritiero (i due aggettivi non coincidono ma si leggano le pagine in questione per approfondire) da più parti. Ma soprattutto, cosa ancora più importante, viene recepito ancora da parte dei lettori come reale e/o veritiero. Eco torna sul tema in altre occasioni, come la prefazione al fumetto di Will Eisner Il complotto. La storia segreta dei Protocolli dei Savi di Sion, in cui lo scrittore parla di «“romanzo dei Protocolli”» (p. VI). La storia di questo documento quindi è così interessante e stupefacente, è così “romanzesca” potremmo dire, che meriterebbe di essere raccontata in un testo finzionale. Questa prefazione è del 2005. Pochi anni dopo, con Il cimitero di Praga, Eco realizzerà questo progetto.
In tutti questi scritti, così come nel romanzo, Eco afferma di avere individuato fonti ispiratrici dei Protocolli precedenti a quello che è tradizionalmente considerato il documento generatore di questa enorme costruzione di falsi e plagi, che è l’opera dell’abate Barruel Mémoires pour servir à l'histoire du Jacobinisme, uscito fra 1797 e 1798. Vediamo qui il frontespizio di un riassunto della ponderosa opera di Barruel.
Per una storia della costruzione dei Protocolli si veda quella che è anche la fonte principale dichiarata da Eco in Sei passeggiate nei boschi narrativi (p. 171 nota 16), il libro di Norman Cohn Licenza per un genocidio. I “Protocolli degli Anziani di Sion”: storia di un falso, in particolare il primo capitolo, Le origini di un mito (p. 3-20).
Augustin Barruel, Abrégé des Mémoires pour servir à l'histoire du Jacobinisme, Londra, Ph. Le Boussonnier, Amburgo [et al.], P.F. Fauche, 1799.