Album "I mille volti di Sarti Antonio"
Il romanzo Ombre sotto i portici, pubblicato per la prima volta nel 1976 e in diverse occasioni negli anni successivi, spesso anche insieme ad altri romanzi brevi, offre tematiche in gran parte già affrontate nelle galleries precedenti, a partire dalla doppia visione della città qui rappresentata con una sineddoche dai portici. Elemento generalmente considerato simbolo di civiltà - uno spazio che potrebbe rimanere privato diventa invece luogo pubblico che offre riparo e conforto a chi si trova in strada - può diventare spazio minaccioso, capace di offrire angoli nascosti e oscuri ai malintenzionati.
Per non ripetere tematiche già viste, il romanzo sarà quindi solamente spunto per illustrare brevemente la carriera teatrale di Loriano Macchiavelli - in buona parte precedente la produzione giallistica ma che continua e riemerge anche dopo il successo come romanziere - e spendere qualche parola sulla nascita di Sarti Antonio. Questo ci porterà ad esplorare un aspetto curioso, cioè come nel corso degli anni i personaggi principali della serie dedicata a Sarti Antonio - e in particolare il sergente stesso - sono stati rappresentati in media che prevedono l’utilizzo dell’immagine, statica o in movimento: illustrazioni che hanno accompagnato alcuni romanzi e trasposizioni a fumetti nell’ambito del documento cartaceo, film e serie TV nell’universo della multimedialità.
Da una parte diversi illustratori hanno quindi dato un volto al sergente e ai suoi compagni di avventure - come sempre in maniera più o meno fedele alle indicazioni fornite da Macchiavelli, quando presenti - dall’altra alcuni attori sono stati scelti per mettere i propri lineamenti al servizio dei personaggi. Fra questi uno è veramente diventato il volto per eccellenza di Sarti nell’immaginario del pubblico, tanto che, lo vedremo, è spesso finito anche sulle copertine dei romanzi.
«2000 incontri», II (ottobre 1988), n. 10
E finalmente nell’ottobre 1988 vengono pubblicate le soluzioni proposte dai lettori. Non una sola, come annunciato nei mesi precedenti, ma ben tre. Questo per dare il giusto spazio a una iniziativa promossa da Andrea Benetti, professore presso l’Istituto Tecnico Industriale “Aldini Valeriani” di Bologna, che ha coinvolto nel gioco la classe II H. Studenti e studentesse hanno inventato i loro finali alla storia e le due proposte migliori vengono premiate con la pubblicazione.
Vincitore della gara fra i lettori “extrascolastici” è invece una firma eccellente. Massimo Carloni infatti già nel 1984 aveva pubblicato Indagine sul giallo italiano - una delle prime ricognizioni critiche della produzione poliziesca nostrana - e in seguito diventerà non solo autore lui stesso di racconti e romanzi afferenti al genere, ma anche curatore di molte raccolte di opere dello stesso Macchiavelli.
Nel numero del mese successivo la rivista pubblica, come promesso, la soluzione escogitata da Macchiavelli. O meglio, la soluzione di Poli Ugo. Perchè dobbiamo aggiungere un ultimo dettaglio alla complessa storia di Sarti Antonio e il malato immaginario. Nelle tre edizioni in volume citate in precedenza infatti l’autore aggiunge un ultimo capitolo, intitolato Non è detto, in cui vengono messe in discussione le conclusioni sui delitti a cui era arrivato Poli Ugo. E non con una, bensì con due versioni alternative. Una fornita, dopo un supplemento di indagini, da Sarti Antonio. La seconda messa in campo dallo stesso narratore. Tutte soluzioni «secondo la logica e gli indizi, indiscutibilmente vere e plausibili» (L. Macchiavelli, Sarti Antonio e il malato immaginario, p. 297). L’unica conclusione possibile diventa allora quella che chiude il romanzo, la lapidaria constatazione che il sergente rivolge al narratore: «Tu devi essere matto» (ivi, p. 300).
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«2000 incontri. Mensile di Bologna e dell’Emilia Romagna», II (ottobre 1988), n. 10