Doni- Campione delle carte colorate della Fabbrica di Carlo Bertinazzi e nipote

Un Bolognese amico della Biblioteca, qualche mese fa, ha donato all'Archiginnasio un prezioso volume di fine '700: dopo essere stato digitalizzato, è ora visibile in rete, a disposizione di tutti. È una testimonianza rara e originale delle manifatture bolognesi legate al mondo della produzione del libro e non solo.

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La Biblioteca dell'Archiginnasio riceve spesso donazioni di libri, talvolta intere biblioteche e archivi, da parte di privati cittadini bolognesi, ma non solo. Tali acquisizioni per dono o per lascito testamentario sono testimonianza del solido legame costruito con la città e della reputazione che, grazie anche alle molteplici attività di valorizzazione e diffusione della cultura, la Biblioteca si è guadagnata come affidabile custode della memoria cittadina. Alcuni di questi doni, la cui accettazione è subordinata alla coerenza con la missione della biblioteca e con le caratteristiche del patrimonio esistente, hanno particolare rilievo e si prestano ad essere messi a disposizione del pubblico attraverso la biblioteca digitale.

È questo il caso del volume Campione delle carte colorate della Fabbrica di Carlo Bertinazzi e Nipote acquisito nell'aprile del 2019. Autore del prezioso dono, pervenuto grazie all'intermediazione di Loris Rabiti titolare della Libreria antiquaria Docet, è un appassionato della biblioteca, un amico di lunga data dell'Archiginnasio.

Si tratta del campionario di una ditta bolognese che produceva i cosiddetti "papiers peints" cioè le carte decorate utilizzate soprattutto nel Settecento per abbellire e impreziosire le legature dei libri. La ditta, situata in via Venezia (oggi via Caduti di Cefalonia) fu attiva in città dal 1760 al 1896 e portò a Bologna l'arte del dipingere le carte con "stampe e torchi" e con tecniche diverse, come ad esempio la marmorizzazione (tecnica originaria dell'Estremo Oriente).

Il fondatore della ditta, il torinese Carlo Vittorio Bertinazzi (1731-1801), aveva appreso l'arte della tipografia e dei "papiers peints" a Parigi, dove si era trasferito presso lo zio Carlo Antonio, detto Carlino, celebre Arlecchino nella Commedia dell'Arte. Nel 1760 i documenti lo collocano a Bologna, dove mette in pratica le sue conoscenze introducendo nella produzione locale innovazioni tipicamente francesi e producendo carte decorate di ogni tipo: silografate, marmorizzate, dorate, goffrate, a colla, ecc. Le carte di Bertinazzi erano realizzate con "stampi e torchi" se silografate, oppure con la tecnica dei colori a tempera mescolati con colla di farina, di pelle di coniglio e ritagli di cuoio, e gesso in polvere. Oltre che nelle rilegature dei libri, dove erano utilizzate sia come carte di guardia nelle legature più preziose che come copertine per nobilitare quelle più modeste, è probabile che i fogli decorati prodotti dalla ditta Bertinazzi fossero utilizzati anche come carta da parati e per rivestire l'interno di mobili, scatole, custodie.

La varietà e la qualità della produzione di questa ditta è testimoniata dal campionario pervenuto in dono, che è composto da 1.205 campioni di diverso tipo e stile, tutti stampati a colori. I campioni di carte decorate sono suddivisi in otto parti, disposti su due colonne numerate a mano all'interno di ogni sezione.

Il magnifico esemplare, databile fra fine Settecento e inizio Ottocento, è in ottimo stato di conservazione ed è tra le pochissime testimonianze dell'attività della bottega Bertinazzi (oltre a quello donato all'Archiginnasio sono noti altri due campionari di carte di Bertinazzi uno dei quali, composto da soli 348 campioni, è conservato presso la Biblioteca Poletti di Modena). I campionari infatti, nati per un preciso scopo pratico e di uso quotidiano, non sono concepiti per essere conservati e diventano, si potrebbe dire "loro malgrado", oggetti assai rari e quindi di grande interesse sia per i collezionisti che per gli storici e gli studiosi.

L'esemplare donato rappresenta quindi un significativo arricchimento del patrimonio della Biblioteca civica, non solo in virtù della rarità, della bellezza e quindi del valore dell'esemplare, ma anche in ragione della sua funzione di fonte documentaria per la storia della produzione di carte decorate a Bologna e in Italia.
Per consentire una maggiore fruizione del documento non solo da parte degli agli studiosi, ma anche di altri pubblici, collezionisti, appassionati o semplicemente curiosi, il campionario è stato digitalizzato e messo in rete, dove è possibile visualizzare e sfogliare integralmente il documento.