
Ligùria, Toscana settentrionale, Emìlia
Guido Zucchini, Catalogo critico delle Guide di Bologna, «L’Archiginnasio», XLVI-XLVII (1951-52), p. 135-168:
“Il cenno storico e la descrizione della città e dei dintorni è dovuta ad Angelo Gatti, segretario della Accademia delle Belle Arti e scrittore di cose bolognesi, che ebbe speciale predilezione per la storia architettonica della chiesa di S. Petronio di cui sostenne tenacemente la leggendaria forma secondo la quale Antonio di Vincenzo alla fine del Trecento avrebbe ideato il tempio a croce latina lungo più di duecento metri e largo quasi centoquaranta, con una cupola alta centocinquanta metri eretta nella intersezione dei bracci della chiesa. Idea nata, come dimostrò esaurientemente il Supino, solo nei primi del Cinquecento. Nella polemica sorta tra i due studiosi si mostrarono evidenti nel Gatti la natura di autodidatta e la mancanza di solidi studi storici ed artistici. Cosi può dirsi per la guida di Bologna del Touring. Nel cenno storico-artistico l'A. divide l'architettura di Bologna in tre periodi: quello medioevale caratterizzato dal color rosso degli edifici, quello bentivolesco di intonazione grigia, quello barocco di intonazione chiara, aggiungendo che il rosso fosco corrispondeva ai fieri caratteri dell'autonomia comunale, il grigio simboleggiava «gli animi addormentati tra le lusinghe della signoria», il chiarore del '600 e del '700 «rispecchiava la mollezza del carattere pubblico». Modo questo non comune di applicare la policromia ai periodi storici! Nella descrizione della città l'A. incorse in varie inesattezze. Il cornicione della ex-cappella del Legato (pag. 130) è dell'Alessi e non del Bramante. Gli stalli della cappella Bolognini in S. Petronio (pag. 133) non erano in S. Maria del Carrobbio, ma furono eseguiti dall'artigiano Cuccoli nel 1875. Il portico del palazzo del Podestà (pag. 134) non fu rinnovato nel secolo XVI, ma nel 1490 era già compiuto. Il frammento marmoreo che adorna il monumento del Foscherari (pag. 142) non è romanico ma bizantino. La porta della casa Poeti (pag. 143) non è del secolo XVI, ma del XV. La cappella della beata Elena in S. Giovanni in Monte (pag. 144) è detta di architettura bramantesca e di tipo toscano: definizione poco chiara. Il palazzo Bentivoglio in via Belle Arti (pag. 158), costruito verso il 1555, è detto della prima metà del secolo XV. La chiesa della Santa (pag. 163) fu edificata nel 1477-1480 e non nel 1456. La colonna romanica, avanzo della porta dei Leoni in S. Pietro (pag. 165), è detta «curiosa»: è del comune tipo tortile. Mancano poi la descrizione della chiesa del Baraccano, della palazzina della Viola ecc. e di tutti i restauri compiuti dal Comitato per Bologna storica e artistica che il Gatti, per vecchie ruggini con il Rubbiani, finse di ignorare.
Nel 1924 uscì una seconda edizione della Guida dell'Emilia del Touring: per la parte che riguardava Bologna, fermo rimanendo l'impianto, il cenno storico e quello artistico scritti dal Gatti, io feci correzioni e aggiunte, tra le quali le più notevoli furono quelle relative alla genesi e allo svolgimento della costruzione della chiesa di S. Petronio e di quella di S. Stefano, ai restauri compiuti dal Comitato per Bologna storica e artistica, alla Pinacoteca ecc.
Per l'edizione del 1935 della stessa guida ancora fui incaricato della revisione della parte riguardante Bologna. Completamente nuovi i cenni storici ed artistici e la distribuzione della materia: aggiunte varie piante di chiese e di musei. Si può che il testo riproduce, più in breve e con notizie più aggiornate quello della Guida Ricci-Zucchini del 1930.”