copertina di La letteratura anticlassicista
Nino Borsellino

La letteratura anticlassicista

1973
Collocazione: Casa Carducci 10.B.99 /4.1
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Fra i diversi esempi di poesia che si sviluppa secondo linee opposte alla tradizione più classica e misurata, Borsellino affronta naturalmente anche la poesia maccheronica, che si afferma a partire dal Cinquecento soprattutto grazie a Merlin Cocai, alias Teofilo Folengo, dalla cui opera maggiore è tratta la vignetta che vedete a fianco. Un genere letterario che acquisisce il suo nome in analogia con l’espressione “latino maccheronico”, inizialmente utilizzata per definire il latino sgrammaticato e scorretto parlato dai monaci di cucina e poi passata a indicare il gioco letterario di comporre versi, spesso scherzosi, in cui la grammatica e la sintassi latina venivano utilizzate con materiale lessicale italiano o dialettale.

Vedi pannello Pasta in versi.

Il saggio è contenuto in La letteratura italiana. Storia e testi. Vol. IV, Tomo 1: Il Cinquecento. Dal Rinascimento alla Controriforma, Roma - Bari, Laterza, 1973. Si vedano in particolare i paragrafi Francesco Berni, i berneschi e la poesia di genere; Maffio Venier, p. 573-597, e Teofilo Folengo, maccheroncini e fidenziani, p. 597- 623.