L’AVVENTURA DISEGNATA - Introduzione e testi

Viaggi, peripezie e racconti sensazionali

nelle illustrazioni dei libri per l’infanzia: 1900-1950

 

All’inizio del 2023 la Biblioteca dell’Archiginnasio ha ricevuto una consistente donazione di libri per l’infanzia della prima metà del Novecento provenienti dalla Biblioteca Circolante dei Cappuccini di Bologna. Prendere in mano quei volumi ha fatto nascere il desiderio di scandagliare il patrimonio dell’Archiginnasio e di Casa Carducci per selezionare testi che offrissero esempi significativi e interessanti di illustrazioni di quel periodo: un viaggio di ricerca che dopo avere compiuto tappe importanti nella pubblicazione di due bibliografie online - Cercare le figure e Un burattino in Archiginnasio - approda ad un’ulteriore meta con questa mostra che, ad una selezione dei materiali presenti in quei lavori bibliografici, affianca nuovi documenti. Basti citare lo stupendo Il libro giocattoli illustrato da Edina Altara nel 1945, che vedrete nella sezione dedicata ai grandi viaggi d’avventura, recentissima acquisizione della Biblioteca.

Proprio la centralità della dimensione avventurosa presente in molti libri ha guidato la selezione dei testi e la strutturazione di un percorso espositivo che illustra il tema da diverse prospettive. In alcuni casi si pone al centro dell’attenzione un illustratore o un’illustratrice - Yambo, Lina Buffolente, Rino Albertarelli - o un personaggio fondamentale come Pinocchio, in altri una specifica modalità dell’avventura - la scoperta di terre lontane - o una particolare forma di illustrazione come il fumetto. Alcuni esempi infine mostrano come l’editoria per l’infanzia abbia dovuto fare i conti con il regime fascista (e con la sua fine), perché anche il libro d’avventura più fantasioso deve fare i conti con la realtà.

Questa mostra offre una nuova dimensione alla possibilità di comunicare al pubblico il viaggio di esplorazione compiuto fra i libri illustrati per l’infanzia presenti nel nostro patrimonio.

Le due bibliografie veleggiavano nel mondo virtuale della Rete, mentre oggi questo percorso tocca terra e prende la consistenza delle pagine di questi libri, che hanno trovato ospitalità sui nostri scaffali dopo avere trascorso decenni fra le mani di bambine e bambini. Potrete anche leggere i messaggi con cui la Biblioteca Circolante dei Cappuccini invitava i lettori ad avere cura dei libri presi in prestito. Nonostante ciò, molti dei volumi mostrano i segni fisici dell’avventura che loro stessi hanno vissuto: gli scarabocchi e le lacerazioni, le pieghe e le macchie. Proprio questi, che potrebbero apparire come difetti, sono invece la testimonianza che i libri hanno portato a termine la loro funzione più importante: sono stati letti - usati, si potrebbe dire - per creare un mondo di fantasia in cui le piccole lettrici e i piccoli lettori potessero volare sulle ali delle parole e delle immagini.

Ecco perché la mostra si apre con una splendida tavola di Gustave Doré, tratta da Il libro delle fate di Charles Perrault, che esalta la fascinazione della lettura ad alta voce: una nonna, un libro e, intorno, piccole facce sorprese, impaurite, incantate.

Il miglior viatico per continuare questo avventuroso e meraviglioso viaggio. 

 

Buffolente e Albertarelli sulle tracce di Salgari

Nella prima metà del Novecento si sviluppò una vera e propria industria del romanzo d’avventura salgariano, gestita dai figli dello scrittore che sovrintendevano alla ripubblicazione dei testi del padre, firmavano nuove opere, creavano apocrifi, recuperavano inediti dai cassetti di famiglia. Ma se Emilio Salgari era il nume tutelare di questa vasta operazione letteraria e commerciale, anche le immagini che arricchivano i volumi pubblicati dalla casa editrice Carroccio diventarono un marchio di fabbrica ben riconoscibile.

Le copertine di Rino Albertarelli e le illustrazioni di Lina Buffolente scolpirono in maniera definitiva l’immaginario visivo salgariano, suscitando nel lettore quel sentimento di continuità e familiarità necessario al successo della letteratura di genere. Ogni illustrazione narra una storia, condensando in un’unica vignetta quel raccontare per immagini che è tratto distintivo del fumetto, medium in cui sia Albertarelli che Buffolente hanno offerto prove superbe.

In queste pubblicazioni si affermò l’aspetto innovativo e rivoluzionario dell’opera di Lina Buffolente, che non solo fu una delle prime fumettiste in Italia, ma diede un fondamentale contributo nel superamento dello stereotipo secondo il quale le illustratrici non potevano lavorare su tematiche avventurose, riservate a matite e pennini maschili.

 

Yambo: Tutto di tutto!

Quello di Yambo, al secolo Enrico Novelli, è un caso particolare all’interno del nostro viaggio, in quanto autore sia dei testi che dei disegni dei volumi qui esposti.

Il suo personaggio più conosciuto è stato forse Ciuffettino, che qui vediamo “arruolato” a difendere l’Italia durante il primo conflitto mondiale, nel quale combatté come volontario l’autore stesso. Un altro giovanetto, Tonino, è addirittura rappresentato mentre taglia la testa all’Aquila germanica nella copertina di Gorizia fiammeggiante, primo volume di Il figlio del tricolore, messo in seguito al bando dal fascismo per non offendere gli alleati tedeschi.

Il mondo raccontato da Yambo è sospeso fra l’avventura e la comicità di personaggi che già nei nomi - Raolo Florimondo di Castelnegrotto, Capitan Fanfara - tradiscono il lato ironico delle loro peripezie, che si svolgano su un veliero o a bordo di un nuovo, avveniristico mezzo di trasporto: l’automobile.

Da Tutto di tutto. Novelle, fiabe, giuochi, comedie, scherzi, poesie, leggende, curiosità - che, come dice il titolo, è uno zibaldone di fatti e curiosità - indimenticabili le tavole in cui Yambo illustra il racconto delle imprese del bolognese conte Francesco Zambeccari, pioniere dei viaggi con i palloni aerostatici.

 

Quando finisce una dittatura…

RIQUADRO A SINISTRA

Anche l’editoria per i più giovani dovette adeguarsi prima alla dittatura fascista poi alla sua fine.

«Ragazzi d’Italia», rivista nata nel 1923 a Bologna, ebbe vita breve a causa della concorrenza di riviste più in linea con le direttive di regime. «Il Piccolo Risparmiatore» invece, edita dalla Federazione delle Casse di Risparmio dell'Emilia, adottò simboli e slogan del regime. Per il Balilla Gruzzolino, oltre al libro e al moschetto, divenne indispensabile un libretto di risparmio. 

Saettino purosangue meneghino di Guido Chelazzi, che fin dalla copertina dichiarava piena adesione al fascismo, dopo il 1945 venne eliminato dal catalogo della Salani e sostituito, nella collana La Biblioteca dei miei ragazzi, da Sussi e Biribissi di Collodi Nipote.

 

RIQUADRO AL CENTRO

Il circo Barletta della francese Myriam Catalany (pseudonimo di Marie Barrère-Affre), uscito in prima edizione nel 1938, a differenza di Saettino purosangue meneghino sopravvisse alla fine del regime fascista e venne ripubblicato nella collana La Biblioteca dei miei ragazzi nel 1953. Fu cambiata la copertina di Maria Augusta Cavalieri mentre rimasero le illustrazioni interne di Henry Morin, nonostante le camicie nere indossate dai personaggi. Anche la traduzione non venne modificata se non in alcuni punti come quello qui riportato: il «balilla moschettiere» del 1938 lasciò il posto, nel 1953, a un coraggioso scout «capo pattuglia dell’A.S.C.I.».

 

RIQUADRO A DESTRA

Più consistenti le modifiche apportate ad Avanti ad ogni costo! di Alfredo Confidati nell’edizione del 1947 rispetto a quella del 1941, nella quale il giovane protagonista, dopo una pericolosa avventura, veniva invitato da Mussolini in persona a unirsi ai balilla. Il capitolo finale Il premio del Duce venne soppresso quasi interamente nell’edizione postbellica, compresa l’ultima illustrazione in cui il ragazzo salutava il Duce con un «virile e franco saluto romano».

Ma in tutto il testo furono eliminati gli elementi di propaganda fascista: nell’esempio qui riportato scomparvero i riferimenti a Italo Balbo e allo stesso Mussolini.

 

Le avventure di un burattino

Quando nel 1883 l’editore Paggi di Firenze pubblicò la prima edizione in volume di Le avventure di Pinocchio di Carlo Collodi, il burattino aveva già alle spalle una storia editoriale piuttosto complessa, dal momento che nei due anni precedenti era uscita a puntate e in maniera irregolare sul «Giornale dei bambini». Le illustrazioni di Enrico Mazzanti, le uniche che Collodi - morto nel 1890 - poté vedere, furono senza dubbio uno dei valori aggiunti dell’edizione Paggi: finalmente Pinocchio e gli altri personaggi acquistavano una dimensione visiva che mancava sulle pagine della rivista.

Da quel momento centinaia di illustratori e illustratrici si cimenteranno con le peripezie del burattino, dandone interpretazioni spesso molto diverse fra loro. Se quella di Attilio Mussino rimase a lungo quella più conosciuta e diffusa, di particolare fascino risultano le illustrazioni di Alessandro Cervellati e Libico Maraja.

L’edizione del 1944 illustrata da Benito Albi Bachini - che aveva preparato i disegni nel 1942, appena quindicenne - a lungo dimenticata, è stata riscoperta pochi anni fa dall’Archivio Storico della Libreria editrice La Tifernate e della casa editrice Il Solco, che ne ha dettagliatamente ricostruito la storia.

 

Pinocchio oltre Collodi

Il successo di Pinocchio decollò soprattutto negli anni Venti del Novecento. Diventarono più frequenti le traduzioni - qui ne vediamo una americana del 1932 - e il burattino diventò un personaggio con una vita autonoma rispetto a Collodi: altri scrittori infatti lo presero in prestito e gli fecero vivere nuove avventure in situazioni molto diverse da quelle in cui siamo abituati a pensarlo. Sono le famose “Pinocchiate”. Anche Omar Salgari, figlio di Emilio, ne firmò una, Hanno rapito Pinocchio, scritta però da un altro autore, rimasto sconosciuto.

Pinocchio fu addirittura arruolato nella lotta partigiana. Nel 1944 negli ambienti antifascisti veneti venne stampata l’opera antinazista Confidenze di Hitler di Hermann Rauschning. Per favorirne la circolazione clandestina nell’Italia settentrionale occupata, il volume venne nascosto da una innocua sovraccoperta, illustrata da Amleto Sartori, che riportava come titolo Le avventure di Pinocchio e come autore C. Collodi.

Sicuramente il fatto che Pinocchio fosse un libro diffusissimo rendeva più semplice fare passare inosservata questa pubblicazione proibita. Di quell’edizione si sono salvate pochissime copie. Quella in mostra è una ristampa anastatica pubblicata in occasione del trentennale della sua pubblicazione.

 

In giro per il mondo (e oltre)

Si possono vivere avventure poco fuori dalla porta di casa, come Pinocchio, oppure affrontando un viaggio fino all’altra parte del globo. Bastano le immagini di queste due bacheche per compiere un vero e proprio giro del mondo: gli oceani e la Russia di Attilio Mussino, l’Africa tribale di Gastone Rossini, Lina Buffolente che - forte dell’esperienza maturata illustrando i romanzi di Salgari - ricostruisce col proprio inconfondibile tratto mondi lontani, dal Nord America all'arcipelago delle Antille.

Il giro del mondo di Mino Doletti, illustrato da Alessandro Cervellati con copertina e una prefazione disegnata di Sto, riassume tutti questi viaggi della fantasia in un unico volume. Per questo motivo il bambino che cavalca il mondo è diventato l’immagine-guida per questo percorso.

Ma ci sono casi in cui la Terra non basta e si vuole la Luna. Il libro giocattoli, che presenta uno stupendo paesaggio lunare e ci introduce alla popolazione dei Seleniti, è una delle più recenti acquisizioni della Biblioteca dell’Archiginnasio. Un sorprendente volume che nel 1945 regalò ai bambini pagine splendidamente illustrate da Edina Altara. Pagine da ritagliare per costruire, seguendo le istruzioni allegate, splendidi e divertenti modellini di carta.

A volte, per vivere un’avventura, due dimensioni non sono sufficienti.

 

Sulle nuvole(tte)

Nel 2013 Antonio Faeti ha raccontato la sua «educazione sentimentale compiutasi per mezzo, o forse anche a causa, dei fumetti» in La storia dei miei fumetti. Umberto Eco aveva fatto la stessa cosa in un romanzo del 2004, La misteriosa fiamma della regina Loana. Come loro migliaia di giovani nella prima metà del Novecento si formarono leggendo fumetti. Riviste come «L’Audace» e case editrici come la Nerbini portarono in Italia gli eroi dei comics americani, a volte italianizzati nel nome. Tim e Spud per esempio, protagonisti delle strisce di Lyman Young - fra cui la stessa Regina Loana citata da Eco - diventarono Cino e Franco.

Ma non mancarono i fumetti italiani. La setta verde - scritta da Alco d’Assan e disegnata da Gino Pallotti - è un esempio dei più conosciuti fra i molti pubblicati sul «Giornale delle avventure», supplemento del «Giornale dell’Emilia». Anche il fascismo utilizzò il medium fumetto sul «Giornale dei Balilla» per raggiungere i lettori più giovani.

Dagli Stati Uniti arrivarono presto anche i personaggi della Disney. Topolino all’età della pietra, scritto da Merril De Maris e disegnato da Floyd Gottfredson, è una delle più conosciute storie dell’universo disneyano nella prima metà del secolo.

E cosa c’è di meglio, per chiudere questo viaggio, che imparare a disegnare Topolino?