Guida di Bologna. Preceduta da un cenno storico di Cesare Albicini
Altro esemplare online: 17.R.IX.55
Guido Zucchini, Catalogo critico delle Guide di Bologna, «L’Archiginnasio», XLVI-XLVII (1951-52), p. 135-168:
“Fu ben ispirato Corrado Ricci nell'intraprendere la compilazione di una guida della città da sostituire i volumetti usciti tra il 1850 e il 1880 che abbiamo descritto e che erano ben lontani dal valore della Guida del Bianconi. Il giovane studioso romagnolo aveva preparato la sua fatica, mentre si accingeva a prendere la laurea di giurisprudenza, avendo già da alcuni anni stampato l'ottima guida di Ravenna. Tra le poesie, tra gli articoli di erudizione, tra gli studi letterari rallegrati dalle burle fatte in compagnia di Olindo Guerrini direttore della Biblioteca Universitaria, presso la quale era impiegato, il Ricci stava affinando le sue qualità di critico d'arte, cui giovavano le conoscenze artistiche e la pratica delle ricerche archivistiche. Pur abbondando più nelle notizie pittoriche, che in quelle architettoniche, la nuova guida riuscì mirabilmente a istruire il lettore su quanto di notevole era a Bologna. Preceduta da un succoso cenno storico scritto de Cesare Albicini professore all'Università di Bologna, cui forse nuoce lo spiccato anticlericalesimo, la guida è divisa in due parti. Nella prima il visitatore, partendo de piazza del Nettuno è condotto per tutte le vie e piazze della città racchiusa tra le vecchie mura: nella seconda è descritto il suburbio. Accurata è la descrizione della chiesa di S. Petronio: nuove e particolareggiate quelle dell'Archivio di Stato, del Museo Civico e dell'Archiginnasio e della Certosa. Del tutto manchevole invece la parte che riguarda la Pinacoteca. Qua e là affiorano giudizi personali. La vetrata a colori del Bertini posta nel 1867 nella cappella di S. Abbondio in S. Petronio è detto «lavoro lodevolissimo tuttochè discorde dal leggiadro scompartimento marmoreo del finestrone». I restauri fatti alla Mercanzia nel 1837 e nel 1840-41 sono giustamente dichiarati «deplorevoli». La corrosione degli elementi di arenaria, con i quali è composta la facciata della Madonna di Galliera, non può trattenerlo dallo scrivere romanticamente «che ci sembra ciò averle dato un aspetto oltremodo pittoresco». La statua del Galvani nella piazza omonima fu «scolpita con intelligenza» dal Cencetti. E così via. Manca a questa edizione l'indice degli artisti. La guida ebbe grande successo: solo la voce di Alfonso Bertolazzi, negli Appunti alla Guida di Bologna pubblicata dal sig. Corrado Ricci per un bolognese (Bologna, 1882), si levò a fare osservazioni di poco valore. Il Ricci ebbe buon gioco nel rispondere con l'opuscolo Per un bolognese (Bologna, 1883), pur eccedendo in una certa verbosità. Un po' troppo assoluto il giudizio dato dal Ricci (pag. 31) nella questione se si debbono levare i quadri antichi dalle chiese per sostituirli con moderni: uso stigmatizzato dal Bertolazzi. Così scriveva il Ricci: «l'oscurità umida delle chiese, il calore dei ceri, il fumo degl'incensi e il poco riguardo di parecchi sagrestani hanno già troppo contribuito alla ruina di grandi capolavori. Quando adunque un parroco leva una buona tela da un'ancona e magari dalla chiesa, non fa che opera lodevole!» Parla il futuro direttore delle gallerie di Parma, di Milano e di Firenze. Nel 1884 fu fatta una ristampa.”