Giuseppe Dozza. L’archivio in mostra
dal 19 dic 2024 al 1 mar 2025 @ Biblioteca dell'Archiginnasio | Ambulacro dei Legisti | Quadriloggiato superiorePiazza Galvani, 1 - 40124 Bologna
Mostra dedicata a Giuseppe Dozza
Inaugurazione giovedì 19 dicembre ore 10.30
Nel 50° anniversario della scomparsa di Giuseppe Dozza, la Fondazione Gramsci Emilia-Romagna presenta un’esposizione di alcuni materiali conservati nel suo archivio, rappresentativi delle tematiche che maggiormente emergono dalle carte e dalla biografia stessa di Dozza: la militanza antifascista e l’esilio in Francia, l’attività politica e amministrativa, il rapporto con la cittadinanza, le relazioni affettive, la passione per la montagna.
La documentazione rappresenta soltanto una minima selezione del fondo che comprende complessivamente 57 faldoni di carte, manifesti, oggetti e 5 di stampe fotografiche.
La descrizione dell’archivio è stata pubblicata in Il Fondo Giuseppe Dozza, a cura di Virginia Sangiorgi e Paola Zagatti, con saggi di Luca Baldissara e Tiziano Ravagnani, nella collana E.R.B.A. della Regione Emilia-Romagna (1994).
Nel 1961 Giuseppe Dozza venne invitato a Washington in rappresentanza del Comune di Bologna nell’ambito della World Conference of Local Governments (15-20 giugno) presieduta da Dwight D. Eisenhower.
In occasione di questa esposizione l’attore Lino Guanciale interpreta la voce di Giuseppe Dozza nella lettura di queste lettere. Per ascoltarle visita il sito web della Fondazione oppure inquadrare il QRcode stampato sul pannello lungo il corso dell’esposizione di fianco alla teca con le lettere esposte.
L’esposizione è organizzata dalla Fondazione Gramsci Emilia-Romagna, in collaborazione con la Biblioteca Comunale dell’Archiginnasio, con il patrocinio del Comune di Bologna e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.
GIUSEPPE DOZZA
Nato a Bologna il 29 novembre 1901, Giuseppe Dozza è stato tra i fondatori del Partito comunista d’Italia a Livorno nel 1921. Perseguitato dal fascismo, visse tra la Francia e l’Unione Sovietica fino al 1943, anno in cui tornò in Italia figurando tra i principali organizzatori della Resistenza in Emilia-Romagna. Fu membro dell’Assemblea Costituente, occupandosi principalmente del rapporto tra Stato ed enti locali. Nominato sindaco di Bologna dal Comitato di Liberazione Nazionale al termine della guerra, e riconfermato dal voto popolare nelle elezioni del 1946, ricoprì tale carica ininterrottamente fino al 1966. La ricostruzione della città dalle macerie fisiche e sociali del conflitto fu il primo gravoso compito del neosindaco, in seguito artefice dello sviluppo dei servizi per la cittadinanza (a titolo di esempio si possono citare la rete degli asili comunali, l’investimento sul trasporto pubblico e il palazzo dello sport). Nel corso dei suoi mandati alimentò la partecipazione dei cittadini alla cosa pubblica, processo culminato con l’istituzione, nel 1964, dei Consigli di quartiere, nati anche grazie all’intenso e proficuo confronto politico con il rappresentante democristiano Giuseppe Dossetti. Per ragioni di salute fu costretto a dimettersi da sindaco nel 1966, lasciando l’incarico a Guido Fanti.
Orari: lunedì venerdì 9-19; sabato 9-18. Domenica chiuso (per tutti gli aggiornamenti sugli orari visita il sito)
Orari festività natalizie: 24, 26, 31 dicembre e 6 gennaio aperto ore 10-14. Chiuso 25 dicembre e 1 gennaio.