Album "Coscienza sporca": immagini e documenti
La seconda gallery del progetto Ombre sotto i portici è dedicata al romanzo Coscienza sporca, che uscì in prima edizione nel 1995 per l’editore Mondadori. Come sempre presenteremo documenti che riguardano le tematiche trattate dal romanzo. In questa occasione non possiamo non soffermarci sul caso che è sotteso a tutta la trama della storia, il famoso delitto che nel 1902 mise Bologna sulla mappa dei casi criminali più famosi, discussi e controversi. Dedicheremo un breve approfondimento anche al caso della Uno bianca, continuamente richiamato all’interno del romanzo e i cui colpevoli erano stati individuati e arrestati l’anno precedente l’uscita di Coscienza sporca, titolo che evidentemente allude ai due casi criminali - pur così diversi fra loro - appena citati.
Dove non diversamente specificato, l’indicazione delle pagine del romanzo citate si riferisce alla prima edizione sopra citata.
I documenti presentati sono quasi interamente conservati e consultabili presso la Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna. Salvo dove diversamente specificato, la collocazione indicata è quindi relativa a questa biblioteca.
Come sempre ricordiamo che per rimanere aggiornati sull’attività di Macchiavelli e ricostruire la sua lunga carriera di romanziere si può consultare il sito a lui dedicato.
Linda Murri - Luigi di San Giusto, Memorie di Linda Murri (1905)
Abbiamo detto che la partita relativa alla colpevolezza degli imputati - e di Linda in particolare - si giocò anche, se non soprattutto, fuori dall’aula del Tribunale torinese. Gli organi di stampa e pubblicazioni di varia natura cercarono di fare pressione sui giurati ed evidentemente ci riuscirono se è vero che, come visto nella citazione all’immagine precedente, pochi mesi dopo il verdetto 10 dei 12 giurati firmarono a favore della grazia per Linda, quasi a pentirsi di averla condannata.
La pubblicazione di cui qui vediamo il frontespizio accompagnato da un ritratto della donna - e di cui potete leggere il breve capitolo introduttivo - esce durante lo svolgimento del processo ed è un tentativo di difendere Linda. Il testo è anzi scritto come se lei stessa, rinchiusa in prigione, ne fosse l’autrice, avendolo dettato al coautore Luigi di San Giusto (uno pseudonimo, come vedremo). Sicuramente un artificio letterario volto ad aumentare, con l’uso della prima persona, il coinvolgimento emotivo del lettore nelle sofferenze patite dalla donna in carcere e, prima ancora, nella vita condotta insieme al marito. Lo sforzo difensivo fu inutile nell’immediato, visto il verdetto di condanna, ma forse ebbe una sua influenza nel fare ottenere la grazia alla vedova Bonmartini.
Linda Murri, Memorie di Linda Murri, pubblicate per cura di Luigi di San Giusto, Roma-Torino, Roux e Viarengo, 1905.